Pubblicato il da Alessio Ippolito - Ultimo aggiornamento il
Investire in BOT Conviene Oggi? Pro e Contro: Guida 2024
Conviene ancora investire in BOT oggi? Quali sono le caratteristiche dei Buoni Ordinari del Tesoro che sono attualmente disponibili per chi investe? Perché dovremmo o non dovremmo investire in questi particolari titoli?
Da queste parti non siamo mai stati dei grandi appassionati di BOT ed è proprio per questo motivo che abbiamo deciso di preparare questa guida. Una guida che affronterà l’argomento, per quanto possibile, in modo approfondito, anche per spiegare le nostre ragioni e soprattutto per evitare che i nostri lettori finiscano per destinare i loro capitali su questi prodotti.
NOTA: Purtroppo, ad oggi, questi strumenti offrono davvero un interesse irrisorio (a meno che tu non disponga di diverse centinaia di migliaia di euro). In altri termini, il gioco non vale la candela e ad oggi esistono sistemi alternativi molto più interessanti, con rischi relativamente gestibili. Un esempio? Il trading online.
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💰 Guadagno: | Interessi bassi |
🤷Conviene: | Non con bassi capitali |
Cosa sono i BOT?
I BOT (Buoni Ordinari del Tesoro) sono titoli di Stato italiani a breve termine, emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per finanziare il debito pubblico. Si caratterizzano per essere titoli zero-coupon, ossia senza pagamento di cedole: il guadagno per l’investitore deriva dalla differenza tra il prezzo di emissione (inferiore al valore nominale) e il valore di rimborso a scadenza.
Le scadenze possono essere a 3, 6 o 12 mesi. Il prezzo di emissione viene deciso tramite asta competitiva, dove gli investitori presentano offerte indicando il prezzo che sono disposti a pagare. Lo “scarto di emissione” è la differenza tra il valore nominale del BOT e il prezzo a cui viene acquistato.
I BOT sono considerati investimenti a basso rischio, poiché il rischio di insolvenza dello Stato italiano, seppur presente, è generalmente basso. I rendimenti, tuttavia, sono spesso contenuti, soprattutto in periodi di tassi di interesse bassi come quelli di oggi. Perché i BOT ci puzzano già da lontano? Perché sono un investimento che puoi fare solamente in banca, o quasi.
Come investire in BOT oggi?
A mero scopo informativo, nonostante non consigliamo questo tipo di strumento, vediamo come investire in BOT oggi, in una rapida guida step by step:
- Apertura conto titoli: Assicurati di avere un conto presso una banca, o un broker che permetta di investire in titoli di Stato.
- Partecipare alle aste: Puoi comprare BOT direttamente durante le aste pubbliche organizzate dal Ministero dell’Economia tramite la tua banca. Se preferisci, puoi comprare BOT già emessi sul mercato secondario (Borsa Italiana) tramite la tua banca, o piattaforma di trading.
- Valutare scadenza e rendimento: Scegli i BOT in base alla scadenza (3, 6, o 12 mesi) e al rendimento atteso.
- Pagare l’imposta: Tieni presente che sugli interessi maturati è prevista un’imposta del 12,5%.
- Monitorare il mercato: Verifica periodicamente l’andamento dei rendimenti e valuta la possibilità di reinvestire alla scadenza.
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Dove acquistare BOT?
I BOT possono essere acquistati quasi esclusivamente presso banche ed intermediari finanziari autorizzati. Non sono quindi facilmente accessibili e questo è un ulteriore aspetto che li rende poco ghiotti agli occhi di investitori non convenzionali.
Investire in BOT da Intesa Sanpaolo
Per investire in BOT tramite Intesa Sanpaolo, è necessario aprire un conto titoli presso la banca. Attraverso la piattaforma online o rivolgendosi al consulente finanziario, è possibile partecipare alle aste dei titoli di Stato o acquistare BOT sul mercato secondario. La banca gestisce l’intero processo, compresi gli adempimenti fiscali e le commissioni, che variano in base all’operazione.
Investire in BOT da Fineco
Fineco Bank consente di investire in BOT tramite il proprio conto titoli, disponibile per i clienti. Utilizzando la piattaforma di trading Fineco, è possibile accedere sia alle aste di BOT emessi dal Tesoro sia al mercato secondario per acquistare titoli già circolanti. La piattaforma è intuitiva e offre strumenti per monitorare il rendimento dei BOT e valutare le scadenze. Fineco applica commissioni competitive ed ha una gestione semplificata.
Investire in BOT: pro e contro
Per capire fino in fondo se investire in BOT conviene o meno, è opportuno studiare a fondo i possibili vantaggi (ossia i punti di forza) e gli eventuali svantaggi (ossia i punti di debolezza).
Vantaggi di investire in BOT
Tra i vantaggi dei BOT ricordiamo:
- Sicurezza elevata: sono emessi dallo Stato italiano, quindi considerati a basso rischio di insolvenza, offrendo una protezione del capitale elevata.
- Gestione da parte del consulente: la banca o il consulente finanziario gestisce l’intero processo, dall’acquisto alla scadenza, riducendo la necessità di monitoraggio attivo da parte dell’investitore.
- Flessibilità nelle scadenze: i BOT offrono la possibilità di scegliere tra diverse durate (3, 6 o 12 mesi), permettendo di adattare l’investimento alle proprie esigenze di liquidità e pianificazione finanziaria.
Svantaggi di investire in BOT
Tra gli svantaggi dei BOT citiamo:
- Costi e tassazioni: gli interessi sui BOT sono soggetti a una tassazione del 12,5% e potrebbero esserci commissioni bancarie per l’acquisto, riducendo ulteriormente il guadagno netto.
- Rendimenti bassi: in un contesto di tassi di interesse bassi, i rendimenti sono spesso molto limitati, rendendo l’investimento poco attraente per chi cerca maggiori profitti.
- Inflazione: i BOT non proteggono dall’inflazione. Se l’inflazione è più alta del rendimento, il potere d’acquisto reale del capitale può diminuire nel tempo.
- Liquidità vincolata: durante il periodo di detenzione, il capitale investito è vincolato. Anche se è possibile vendere i BOT sul mercato secondario, potrebbe non essere facile ottenere un buon prezzo in momenti sfavorevoli.
Conviene acquistare BOT o BTP?
La scelta tra BOT e BTP dipende dagli obiettivi dell’investitore. Ecco una panoramica:
- Rendimento: I BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) offrono generalmente rendimenti più alti rispetto ai BOT, poiché sono titoli a medio-lungo termine e pagano cedole periodiche.
- Durata: I BTP hanno scadenze da 3 a 30 anni, più adatti a chi cerca investimenti a lungo termine.
- Volatilità: I BOT sono meno soggetti alle variazioni dei tassi d’interesse rispetto ai BTP, che possono risentire delle oscillazioni di mercato.
In sintesi, i BOT convengono per chi vuole liquidità a breve termine e meno rischi. I BTP offrono rendimenti maggiori ma a fronte di un impegno più lungo e maggiore sensibilità ai tassi d’interesse.
Meglio BOT o CCT?
I CCT (Certificati di Credito del Tesoro) sono titoli di Stato a medio termine, solitamente con scadenze tra i 5 e 7 anni, e pagano cedole semestrali a tasso variabile, legate al rendimento dei BOT a 6 mesi più uno spread fisso. Se si cercano rendimenti indicizzati ai tassi di mercato e una durata media, i CCT possono essere una buona scelta.
I vantaggi dei CCT includono la protezione contro i rialzi dei tassi di interesse: se i tassi salgono, anche le cedole aumentano, offrendo un rendimento più stabile nel tempo rispetto a titoli a tasso fisso come i BTP. Tuttavia, essendo a lungo termine, i CCT richiedono un impegno maggiore in termini di durata rispetto ai Buoni Ordinari.
Meglio BOT o Buoni Fruttiferi Postali?
I Buoni Fruttiferi Postali (BFP) sono strumenti di risparmio emessi da Cassa Depositi e Prestiti e distribuiti da Poste Italiane, garantiti dallo Stato italiano. Offrono una modalità di investimento a basso rischio, con rendimenti che possono crescere nel tempo in base alla tipologia scelta (a breve, medio o lungo termine).
Convengono rispetto ai BOT in diverse situazioni:
- sono più adatti se vuoi investire per un periodo più lungo (anni), perché offrono rendimenti crescenti nel tempo;
- non hanno costi di sottoscrizione o gestione e possono essere rimborsati in qualsiasi momento dopo un anno;
- in periodi di tassi di interesse bassi, possono offrire rendimenti più stabili rispetto ai Buoni Ordinari.
Rendimenti dei BOT oggi
L’Italia, almeno a livello di conti pubblici, è il vero malato terminale d’Europa e secondo i mercati addirittura più rischioso della Grecia. Questo si riflette ovviamente solo parzialmente su un titolo che ha scadenza a 3, 6 oppure 12 mesi. E una sicurezza quasi al 100% si riflette ovviamente nei rendimenti che vengono pagati oggi, al lordo, su questo tipo di titoli.
L’esempio è quello del BOT di valore 1.000 euro, che può essere venduto all’asta, facciamo un esempio, a 998,5€. Se si trattasse di un bot annuale potremmo fare subito i conti della serva. 1,5€ lordi di guadagno ogni 1.000 euro investiti. Ovvero lo 0,15%. Lordo.
Al quale si devono ancora sottrarre le tasse e anche l’inflazione.
Il numero che abbiamo citato, immagineranno coloro i quali ci seguono, è di pura fantasia. Ma in realtà è molto vicino a quanto si è riuscito ad ottenere nel corso delle ultime aste. Rendimenti medi dello 0,25-0,28% annui, lordi. Una somma molto inferiore pure alla fiacchissima inflazione che stiamo vivendo in Eurozona.
Conviene investire in BOT?
Nel caso non fosse ancora chiaro, lo mettiamo per iscritto ancora una volta. Non conviene assolutamente investire in BOT, per i due motivi che seguono:
- I rendimenti sono veramente sotto lo zero se dovessimo tenere conto di inflazione e di tassazione;
- Non sono strumenti comodi, perché se dovessi decidere di venderli prima della scadenza, dovresti pagare commissioni e accontentarti probabilmente di un prezzo più basso.
Sono agli antipodi di quelli che riteniamo davvero gli investimenti più efficaci del momento. Quegli investimenti ai quali puoi accedere con broker di buona qualità come Capital.com (qui per la sua demo gratis) o ancora per investimenti come quelli che potresti fare direttamente sui mercati.
Investimenti sui BOT: tassazione
I BOT fanno parte di quel gruppo di titoli di stato che sono sottoposti a tassazione speciale al 12,5%, invece che sul 26%. Si tratta però di un falso problema. Tenendo conto del fatto che pagheremo la metà circa di tasse sui profitti, ci troveremmo comunque in enorme svantaggio rispetto a quanto viene offerto dai mercati finanziari.
Pagare poco su un rendimento nullo è qualcosa che, almeno per il momento, non dovrebbe interessarci. Investire con un portafoglio ben strutturato, invece, pur se la tassazione dovesse essere effettivamente più alta, può comunque essere più conveniente.
Conclusioni
Ti consigliamo dunque in chiusura di andare a considerare per bene l’occasione che ti viene offerta da titoli come i BOT. Perché siamo effettivamente davanti a strumenti che purtroppo non hanno davvero nulla da offrire.
Strumenti che dovremmo considerare appunto come utili soltanto per chi li vende (le banche) e per chi ha bisogno di controbilanciare fondi e patrimonio davvero di grandi dimensioni. Per tutti gli altri i mercati del trading online possono davvero offrire condizioni più interessanti.
Condizioni che possono essere valutate anche con pratici conti demo, che non richiedono alcun costo e che non hanno nessun limite (ossia nessuna scadenza). Per questo motivo, abbiamo selezionato per te una delle migliori demo gratis in circolazione, proposta da Capital.com:
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Domande frequenti
Come avviene l’acquisto dei BOT?
L’acquisto dei BOT può avvenire al MOT, ossia sul mercato telematico (altri investitori mettono in vendita i propri strumenti), oppure partecipando all’asta al momento dell’emissione.
Si possono investire 10.000 euro in BOT?
Non esistono al momento dei limiti all’acquisto dei BOT durante l’emissione. Ricorda tuttavia di essere di fronte ad uno strumento limitato e non illimitato.
Dove acquistare BOT al mercato secondario?
Per acquistare BOT sul mercato secondario devi utilizzare una piattaforma bancaria, oppure recarti presso la tua filiale di fiducia e lasciare al consulente la pratica di investimento.